NEHALA SHAMANA DEL POPOLO DELDIO DEL VULCANO
Grazia Basevi (Chen Bar-Zvi)
Ora mie carissime nipotine vi raccontero una storia che forse e' accaduta tanto tanto tempo fa o forse accade adesso o forse accadra' in futuro fra tanto tanto tempo ancora
E' una storia di un pianeta lontano nell'universo, un pianeta simile al pianeta in cui viviamo noi, ma a milioni di anni luce di distanza
Dunque in una grande isola in mezzo all'oceano si trovava un villaggio alle falde di un imponente vulcano che dominava l'isola dalla sua grande altezza
Dal villaggio alla spiaggia non c'era grande distanza e la gente in gran parte si dedicava alla pesca avventurandosi su fragili barche al di la' del grande porto naturale davanti alla spiaggia dove il mare era relativamente tranquillo e dove le barche trasscorrevano la notte
Nellla pesca erano aiutati dai Delfini che li guidavano verso i grandi banchi di pesci in piena armonia, ogni popolo attingeva alle risorse solo quel tanto che era il fabbisogno di ciascuno e ogni giorno la Shamana participava alla pesca in sintonia con il Compagno
Tra la gente del villaggio e il popolo del mare in special modo il popolo dei delfini c'era sempre stata amicizia e comprensione e da quando c'era memoria ogni prima figlia della Shamana in carica succedeeva alla madre ed entrava in comunicazione mentale con i delfini e poteva comprenderne la lingua fatta di schocchi e fischi di varie intonazioni che formavano concetti e idee
I delfini come gli umani avevano un nome che li distingueva gli uni dagli altri, ma la prescelta ne conosceva uno soltanto, quello che apparteneva al Compagno e per il delfino era la stessa cosa
In quel periodo la prima figlia della Shamana era una bimba bella e paffutella con ricci neri e occhi azzurri come il mare, il suo nome era Nehala, mentre il Compagno delfino si chiamava Bork
I primi anni li trascorsero accanto alle mamme , poi a scuola degli anziani che insegnavano loro tutto cio' che dovevano sapere nel loro mondo
La tribu' di Nehala traeva il suo sostentamento dalla pesca e dagli orti che venivano coltivati da tutti
Dalla foresta all'interno, oltre la spiaggia alle spalle del paese e da dove giungeva il fiume che si gettava in mare, la tribu' otteneva frutta e legname ma sempre senza mai spingersi lontano dal paese
Nessuno era mai andato ad esplorare l'interno, almeno non da quando c'era memoria solo gli Shamani si spingevano fino al vulcano per portare le offerte al dio che vi dimorava, affinche non portasse distruzione e morte
Ogni anno dopo riti propiziatori la Shamana intraprendeva il viaggio e ritornava dopo alcuni giorni senza mai dire ne raccontare nulla
Anche quell'anno la madre di Nehala si apprestava a partire
Nehala era molto curiosa, ormai avrva quasi dieci anni e anche se sapeva che era proibito ardeva di curiosita' e desiderava con tutta se stessa di seguire sua madre, non aveva la pazienza di aspettare quando sua madre l'avrebbe ritenuta idonea
Cosi decise di seguirla
Ando' in riva all'oceano e chiamo' il suo compagno Bork, dopo qualche tempo senti' il familiare peensiero di Bork che la invitava a giocare con lui tra le onde
Nehala non se lo fece ripetere e corse tutta contenta
" Bork, gli trasmise, voglio seguire la mamma nel viaggio"
Bork si fermo' e con molta serieta cerco' di dissuaderla " No Nehala non andare e' troppo presto per te e ci sono molti pericoli"
" Ma tu sai quello che c'e' dall' altra parte, non e' giusto" si lamento' Nehala
Bork ci penso' un po' poi disse " Potri portarti, e' un giro lungo ma se ti fa sentire meglio ti ci porto, al levar del sole ti aspetto" giocarono ancora un po', intanto si avvicinavva il crepuscolo e Nehala si affretto' verso casa con un po di molluschi per cena
Nehala era al settimo cielo per la contentezza, saltellava e canticchiava un motivetto allegeo
I compaesani che la incontravano la salutavano con un sorriso tanto spandeva buon umore intorno a se'
Quella notte fatico' non poco ad addormentarsi tanto era agitata
Al levare del sole arrivo' alla spiaggia e Bork gia l'aspettava
Gli umani di quel lontano pianeta che era composto molto piu di distese marine che di terra emersa, avevano la facolta' di respirare sott'acqua quasi come i delfini e cosi Nehala si immerse e nuoto' a fianco di Bork
Intorno a loro si agitava una fitta foresta di alghe sospinta di qua e di la dalle correnti sottomarine e in mezzo alle alghe si rincorrevano pesci di tutti i colori e forme, banchi serrati di piccoli pesci che splendevano di luce emanata dai loro corpi come lontani ammassi di stelle; e sulle rocce coperte di fantastiche costruzioni di svariate tonalita di rosa e viola fluttuavano fiori di tutti i colori
Nei tratti di fondo sabbioso correvano crostacei rossi e bianchi mentre grandi pesci simili ad uccelli fendevano l'acqua con grandi ali
Videro anche un paio di volte, in lontananza i pesci assasini, ma questi non si avvicinarono sapendo di trovarsi davanti a degli antagonisti da non sottovalutare, infatti sia Bork che Nehala, armata del lungo bastone di ossidiana, che le serviva anche per la raccolta dei molluschi di cui si cibava, rappresentavano una squadra temibile, certo di non facile conquista
Ogni tanto emergevano per immettere aria e orientarsi
Per Nehala quella era la prima volta che si allontanava cosi' tanto dalla sua casa, ma con Bork vicino non aveva paura
Arrivarono alla parte opposta dell'isola e Nehala volle salire a riva anche se Bork non era d'accordo
Alla fine Nehala si avventuro' solo per pochi metri sulla spiaggia che era complrtamente diversa dalla spiaggia vicina al suo villaggio; qui la sabbia era nera e grandi rocce nere la delimitavano con alla base aperture da cui fuoriusciva una cupa luce rossa e l'acqua dell'oceano che le colpiva sfrigolava e fumava
All'improvviso un grande clamore riempi' l'aria e un nugilo di frecce colpi' la sabbia a pochi metri da Nehala che con una corsa frenetica si rituffo' in mare immergendosi immediatamente con Bork
Nehala era si' spaventata ma al tempo stesso incuriosita da quello strano episodio
Trasmise a Bork di nascondersi a lato della baia tra le rocce, sempre immersi e vedere chi erano coloro che l'avevano aggredita e al contempo gli chiese se sapeva cosa fossero " Li ho visti altre volte, rispose il delfino, hanno anche imbarcazioni per la pesca, ma penso che siano esseri feroci con i quali e' meglio non avere a che fare"
Intanto Nehala sbirciava a pelo d'acqua nascosta dietro uno scoglio, il drappello di arceri era apparso sulla spiaggia e urlavano gesticolando in direzione del mare
Bork diede una spintarella a Nehala ed entrambi scomparvero sott'acqua
Nuotarono velocemente ritornando da dove erano venuti, non fidandosi a continuare l'esplorazione
Nehala rientro' a casa molto tardi, i suoi fratellini gia' dormivano e la nonna pur guardandola comn aria di rimprovero non profferi' parola
Ormai era quasi adulta, i bambini crescevano molto in fretta su quel lontano mondo, dato che ogni corpo celeste ha un tempo diverso dovuto alla sua rotazione, alla sua massa e dalla sua orbita intorno alla sua stella
Qualche giorno dopo la Shamana fece ritorno al villaggio
Era preoccupata e una ruga aveva inciso la sua bella fronte
Nehala racconto' alla madre della spedizione con Bork e di cio' che avevano scoperto alla spiaggia nera
La mamma l'ascolto' attentamente " Nehala figlia mia, le disse, ora sono convinta che ormai tu sia pronta ad assumerti la responsabilita' di guida della tribu; sei piu giovane di quando anni fa presi il posto di nonna, ma la perfetta intesa che c'e' fra te e il Compagno e questo tuo bisogno di sapere mi hanno convinta a cederti il bastone della Shamana. Ho avuto anche dei segni dalla montagna sacra"
La Shamana chiamo' gli anziani della tribu e li informo'della sua decisione
Inizio' subito per Nahala l'apprendistato e i lunghi digiuni di purificazione; anche Bork fu preparato dal suo popolo ad assumere la responsabilita' del suo ruolo
Passo' il tempo ed arrivo' il giorno della consacrazione di Nehala; era il periodo della fioritura di un grande albero che fioriva una volta sola all'anno e per una notte sola regalando fiori bianchi profumatissimi che appassivano al levar del sole
Quella notte Nehala venne preparata dalle donne della tribu unta con olii rari e sui suoi capelli fu posta una corona di fiori di luna, poi fu portata a braccia da due giovani fino al centro della spiaggia di fronte alla baia con il viso rivolto al mare
La tribu si era tutta radunata dietro di lei in silenzio persino i piccoli non osavano disturbare
Al centro della baia anche il popolo del mare si era radunato in silenzio e Bork stava davanti a loro
Quando le due lune che ornavano il cielo del pianeta furono alla maggiore altezza Nehala inizio' a cantilenare le parole dell'antichissima formula a bassa voce e dalla gente dietro di lei si levo' un canto leggero che si accompagnava al suo salmodiare e al suono del vento che faceva stormire le foglie degli alberi che circondavano la spiaggia e al suono ritmato del frangersi delle onde sulla battigia ed al battere appena percettibile delle pinne dei delfini sull'acqua
Nehala alzo' le braccia verso le lune con i palmi rivolti al cielo e arrovesciando la testa all'indietro si incammino' verso l'acqua entrandovi finche' ne fu sommersa, prese la corona di fiori e la offri' alla delfina piu anziana infilandogliela attorno al collo la quale a sua volta le offri' dei molluschi che mangio' per meta prima di spingerli in bocca a Nehala infine Nehala indietrggio' fino a trovarsi a pochi passi da Bork che nuoto veloce intorno a lei e salto per tre volte alto sopra l'acqua per poi riunirsi al suo popolo e sparire al di la della baia
Sua madre, la Shamana le consegno' il bastone del potere e venne accompagnata alla sua capanna
Essere Shamana non era un compito facile
Nahala doveva curare le persone che si ferivano o si ammalavano, derimere le controversie e leggere nei segni cercando di seguire la strada migliore per la tribu
Ma c'era un ricordo che continuava a presentarsi alla sua mente , il ricordo di coloro che dall'altra parte dell'isola l'avevono assalita sulla nera spiaggia
Ne parlo' con la madre e la nonna una sera quando la capanna era silenziosa mentre i fratellini dormivano
Per un certo tempo dopo che Nahala ebbe finito di parlare ci fu silenzio si udivano solo le foglie stormire nel debole vento che dall'interno correva al mare, poi sua madre disse mentre la ruga tra i suoi occhi si faceva piu profonda " Ascolta figlia mia, da molto tempo sappiamo delle tribu guerriere che popolano l'altro lato dell'isola, quello piu vicino al vulcano, dimora del dio, quando ci sono stata l'ultima volta mi sono resa conto che potrebbero diventare un pericolo anche per noi anche se finora non ci hanno mai attaccato sapendo che il dio del vulcano ci protegge, ma non sono sicura che ci credano ancora. L'ultima esplosione che ha distrutto i loro villaggi risale a molto tempo fa ed in questo periodo puo esser che non temano piu, il vulcano e' tranquillo. Ho invocato il dio chiedendo protezione e ho donato tutte le offerte, pero' i miei sonni sono tormentati da strane visioni" a queste parole la nonna annui con forza e recito i versi dell'invocazione volgendosi nella direzione del vulcano
Mentre anche Nahala e la madre si univano all'invocazione, una idea si fece strada nella mente di Nehala che mando il richiamo al Compagno il quale prontamente le rispose
L'indomani Nehala chiamo' a raccolta l'intero villaggio " Popolo del dio del vulcano d0bboamo imparare a difenderci anche da soli.Ci sono cattivi presagi percio' farete tutti quello che vi chiedero'; il Compagno e' d'accordo e potete vedere il popolo del mare nella baia che ci sosterra' qualora ce ne fosse bisogno
Da quel momento tutti gli abitanti salvo i piccoli e gli anziani sottrassero alcune ore del giorno al lavoro ed iniziarono ad allenarsi con i lunghi coltelli di ossidiana e con gli archi e le frecce che Nehala aveva visto sulla spiaggia nera
Ci fu qualche voce contraria ma nel complesso tutti furono d'accordo, sopratutto dopo aver visto i delfini pattugliare la baia
Anche Nehala si allenava e con il suo coraggio spronava gli altri
Nel contempo mandarono pattuglie intorno al villaggi per non essere sorpresi da eventuali assalti
In un paio di occasioni una pattuglia aveva avvistato gruppetti di individui che si aggiravano nei pressi in modo furtivo
Nehala era sempre piu preoccupata e i sui sogni l'avvertivano che il pericolo si avvicinava
Avevano incominciato a fare la guardia anche di notte
Nehala diede l'ordine di scavare sotto le case dove avrebbero potuto trovare rifugio coloro che non potevano combattere
Era da poco passata la mezza estate quando una mattina all'alba le pattuglie rientrarono precipitosamente " Arrivano!!!! Arrivano!!! dissero tutti concitati
Chiusero le grandi porte e si apprestarono a difendere le loro vite e le loro case
I nemici urlando si precipitarono verso il villaggio tirando nugoli di frecce di cui alcune incendiarie per bruciare la palizzata di legno, ma Nehala aveva fatto infradiciare il legno che non prese fuoco
Risposero prontamente all'attacco falciando i nemici che correvano all'assalto
Intanto in mare dove reano comparse barche che portavano altri guerrieri i delfini le capovolsero tutte
I nemici che si erano aspettati una facile vittoria furono presi alla sprovvista e disorientati presto; si dettero alla fuga lasciando sul terreno chi era caduto
Alle prime luci dell'alba del giorno dopo Nehala guido' fuori dalla porta un gruppetto di giovani " Se troviamo dei feriti li soccoreremo, disse loro, e se c'e' qualche morto lo sepelliremo, ma prima accertiamoci che non ci siano altri nascosti nei dintorni"
Tra i feriti gravi c'era un giovane che attiro' lo sguardo di Nehala,portava un cerchietto d'oro tra i capelli lunghi e neri sporchi di sangue secco dato che cadendo aveva colpito con la testa una pietra e una freccia gli spuntava dalla schiena
Al momento aveva perso conoscenza e la fronte scottava
Nehala si fece aiutare e porto' il giovane nella sua capanna dove con le sue arti di Shamana lo curo' pazientemente
Un paio di giorni dopo il ferito stava gia meglio ed era in grado di mangiare e parlare
Da principio non si capirono dato che parlavano due lingue diverse, ma con l'aiuto di Bork Nehala riusci' a farsi capire e a comprendere cio' che lui diceva
Seppe che era il figlio maggiore del capo di uno dei villaggi
" Mi chiamo Moren, le disse, e ora sono tuo prigioniero" Nehala scosse la testa a queste parole, " Noi non siamo vostri nemici e non vogliamo fare prigionieri, ci sono altri della tua tribu che stiamo curando mentre abbiamo sepellito i vostri morti. Voler sottomettere altre persone, assalire villaggi con l'intento di rubare fare del male a chi non vi ha fatto nulla questo e' un comportamento malvagio e senza onore
Moren era stupito e molto colpito dalle parole di Nehala che lo guardava seria con i suoi limpidi occhi azzurri " Sapevamo da tempo, continuo' Nehala, delle vostre continue liti e guerre senza nessuna altra ragione che il malsano desederio di sopraffarvi l'un l'altro e con il risultato di vivere nella paura di vedere i vosrrti figli prigionieri, feriti o morti"
Moren cercava di difendere il loro modo di vivere, ma il piu delle volte non sapeva come replicare alle argomentazioni di Nehala
Moren era incantato dalla bellezza e dall'intelligenza della giovane Shamana
Cercava di capire il modo di vivere del popolo del dio del vulcano, cosi in sintonia con le leggi naturali e che si comportavano in maniera rispettosa verso la natura e verso tutte le forme di vita, prendendo appena quello che bastava loro per vivere
Erano felici, liberi ,sereni
Moren capiva sempre piu che erano infinitamente piu saggi di loro che bramavano cio che non apparteneva loro e che percio' vivevano male, mai contenti litigiosi e che piu avevano piu volevano mai soddisfatti di nulla
Moren man mano che riaquistava la salute si convinceva sempre piu. Nehala lo guidava in un viaggio interiore in cui scopriva un mondo che non avrebbe mai supposto esistere
Cio che piu lo aveva colpito era il profondo rapporto che Nehala aveva con il Compagno
Quando fu guarito del tutto Nehala propose a Moren di fare il viaggio con Bork fino alla sua tribu per parlare con loro e cosi avrebbe anche potuto riunirsi alla sua famiglia
Il mattino in cui decisero di partire era limpido e l'aria profumata e tiepida
Si immersero e costeggiarono l'isola dalla parte opposta rispetto al primo viaggio di Nehala
Qui il pesaggio sottomarino era diverso e piu variato, c'erano ancora tratti di folte foreste di alghe ma in alcuni punti il fondale sprofondava in bui abissi da dove ogni tanto saliva acqua calda e anche una spettrale luce bluastra dovuta ai pesci che nuotavano in profondita'
Moren era estasiato, mai avrebbe creduto di poter fare un simile viaggio, il suo popolo era si' idoneo come quello di Nehala a poter stare a lungo in immersione, ma nessuno di loro aveva il Compagno
Erano troppo barbari ma questo Moren non lo sapeva
Mangiarono strada facendo raccogliendo i doni del mare
Impiegarono tre giorni e tre notti, ogni tanto i due umani salivano sulle spiagge o sugli scogli laddove era possibile mentre Bork li aspettava in acqua
Alla fine avvistarono la spiaggia nera facente parte del dominio della tribu di Moren salutarono Bork e si avviarono lungo il sentiero che tagliava la foresta
Arrivarono ben presto al villaggio fortificato
Tutto sembrava tranquillo, Moren si fece riconoscere e le sentinelle aprirono le porte
Due senttinelle vollero accompagnarli all'interno della casa del padre di Moren anche se questi protestava che sapeva benissimo dove andare
Moren era furioso e Nehala cominciava ad essere inquieta, c'era qualcosa che non andava; infatti fu spinta senza troppi riguardi nella sala ai piedi della piattaforma di legno rialzata dove sedevano il padre e la madre di Moren il quale inizio' a protestare, ma che fu prontamente zittito da una delle sentinelle che presalo da dietro gli aveva tappato la bocca in una presa ferrea
Nehala fu costretta a mettersi carponi con il viso a terra ," Oh! tu sei la Shamana del popolo del dio del vulcano! Hai commesso un imprudenza stupida ragazza, ora non tornerai mai al tuo villaggio se prima non avremo ottenuto tutto quello che vogliamo" le sputo' addosso il re con voce dura
Nehala strattonava l'uomo che la teneva immobilizzata a terra, ma subito ne arrivo un altro
Moren tentava anche lui di liberarsi ma fu condotto nella sua camera e chiuso dentro, davanti alla porta misero delle sentinelle
Era prigioniero nella sua stessa casa!
Nehala fu trasportata e rinchiusa in una casetta nel centro del villaggio, le fu portato qualcosa da mangiare e chiusa a chiave
Passata la prima rabbia per cio' che stava subendo, Nehala riprese a ragiornare con freddezza
Chiamo' il Compagno e gli chiese di comunicare alla madre esatttamente cosa era successo, cosa che Bork fece non direttamente, ma attraverso il Compqgno di Iralith, la mamma di Nehala, il quale la informo'su quanto stava accadendo
La Shamana si preparo' in tutta fretta, ed intraprese il pellegrinaggio al vulcano, anche sua madre la nonna di Nehala si preparo'
Incaricarono una parente di accudire ai bimbi durante la loro assenza
Appoggiandosi l'una all'altra si incamminarono piu in fretta che poterono e in capo a qualche ora si ritrovarono alle pendici del vulcano
Risalirono il sentiero che portava alla grotta della sorgente. Iralith portava il fagottino con le offerte-invocazioni per il dio dimorante
Arrivate che furono alla grotta accesero un fuoco alimentandolo con lo zolfo e con gli altri vari ingredienti che avevano portato con se' e intanto avevano intonato a bassa voce una nenia ipnotica
Nello stesso momento in tutte le case del loro villaggio si alzava la stessa nenia, mentre nella baia anche i delfini partecipavano all'invocazione e anche Nehala dalla sua prigione innalzava la stessa urgente invocazione sempre a bassa voce
Passarono le ore arrivo' la sera, e quando le due lune del pianeta furono al loro punto piu alto dall'interno del vulcano sali' un brontolio sordo e il suolo prese a tremare
Iralith e sua madre fecero a ritroso la via di casa sempre salmodiando
La terra sotto i loro piedi si scuoteva sempre piu finche' un enorme pennacchio fuoriusci' dalla bocca del vulcano e un getto infuocato si rovescio' dalla parte della spiaggia nera distuggendo tutto quello che incontrava
Intanto anche la tribu di Moren incomincio' a riversarsi nelle strade del villaggio urlando, man mano che la terra nel suo sussultare faceva cadere alberi e case e pali aprendosi in lunghi crepacci da cui saliva fumo bollente e dentro cui cadevano uomini e animali
Moren resosi conto immediatamente della situazione si getto' contro la porta sfondandola, le due guardie erano fuggite terrorizzate
Moren scese i gradini di legno a balzi e si precipito' alla prigione per soccorrere Nehala, nella confusione e nel buio interrotto solo dai bagliori dei primi incendi, riusci' dopo aver forzato la porta ad introdursi nella capanna dove Nehala era rinchiusa
Corsero a perdifiato verso il villaggio di Nehala
Moren conosceva i sentieri nella foresta e facendo un lungo giro seguirono il fiume che portava al mare, alle volte camminando nell'acqua vicino alla riva; arrivarono finalmente alla capanna di Nehala
La collera del vulcano si protrasse per giorni e giorni portando distruzione per kilometri, i villaggi del popolo di Moren furono distrutti, molti perirono; anche il re e la regina furono tra le vittime
I sopravvissuti lentamente si avvicinarono al popolo di Nehala che li accolse nonostante si fossero comportati da nemici, ora erano disperati e sconfitti
Passo' il tempo e la vita riprese il suo corso naturale
I sopravissuti della tribu di Moren si mescolarono alla tribu di Nehala e furono iniziati al contatto con il popolo del mare, che cambio' radicalmente il loro atteggiamento verso le altre creature e verso le altre forme di vita
Impararono l'altruismo e il rispetto verso tutto il creato
Compresero che potevano vivere benissimo senza violenza e senza tutte le cose che credevano fossero indispensabili; anzi erano molto piu felici di quanto fossero mai stati
Moren e Nehala divennero inseparabili
Una sera dopo aver finito il lavoro si incamminarono lungo la spiaggia, arrivarono alla foce del fiume e salirono sulle rocce il sole non era del tutto calato e i meravigliosi colori del tramonto inondavano in un tripudio di oro, rosso, viola,arancione l'acqua, la spiaggia il cielo e le propaggini della foresta mentre una lieve brezza portava il profumo inebriante dei fiori mescolato al profumo del mare
Il viso di Nehala splendeva e i suoi occhi blu brillavano dolci mentre guardava Moren che lentamente la prese tra le braccia
Rimasero cosi' , avvinti seduti sulle rocce, mentre le ultime luci del tramonto scivolavano via e le due lune iniziavano il loro viaggio nel cielo ormai scuro tingendo d' argento il paesaggio mentre l'alta marea inondava la spiaggia, solo allora si riscossero; si presrero per mano e si immersero andando incontro a Bork e agli altri delfini che si affollarono intorno a loro
Nell'incanto della notte il canto dell'unione si propago' attraverso l'oceano in tutto il pianeta che era un unico organismo e che palpito' di gioia
All'alba Nehala e Moren riemersero e si avviarono al villaggio
Iralith li aspettava circondata dalla tribu gia' in festa
I festeggiamenti si protrassero per un paio di giorni con canti e balli e cibo per tutti che venne distribuito sulla spiaggia e ccondiviso con i delfini che facevano salti e capriole nell'acqua della baia giocando con i bambini e i giovani del villaggio.
FINE
E' una storia di un pianeta lontano nell'universo, un pianeta simile al pianeta in cui viviamo noi, ma a milioni di anni luce di distanza
Dunque in una grande isola in mezzo all'oceano si trovava un villaggio alle falde di un imponente vulcano che dominava l'isola dalla sua grande altezza
Dal villaggio alla spiaggia non c'era grande distanza e la gente in gran parte si dedicava alla pesca avventurandosi su fragili barche al di la' del grande porto naturale davanti alla spiaggia dove il mare era relativamente tranquillo e dove le barche trasscorrevano la notte
Nellla pesca erano aiutati dai Delfini che li guidavano verso i grandi banchi di pesci in piena armonia, ogni popolo attingeva alle risorse solo quel tanto che era il fabbisogno di ciascuno e ogni giorno la Shamana participava alla pesca in sintonia con il Compagno
Tra la gente del villaggio e il popolo del mare in special modo il popolo dei delfini c'era sempre stata amicizia e comprensione e da quando c'era memoria ogni prima figlia della Shamana in carica succedeeva alla madre ed entrava in comunicazione mentale con i delfini e poteva comprenderne la lingua fatta di schocchi e fischi di varie intonazioni che formavano concetti e idee
I delfini come gli umani avevano un nome che li distingueva gli uni dagli altri, ma la prescelta ne conosceva uno soltanto, quello che apparteneva al Compagno e per il delfino era la stessa cosa
In quel periodo la prima figlia della Shamana era una bimba bella e paffutella con ricci neri e occhi azzurri come il mare, il suo nome era Nehala, mentre il Compagno delfino si chiamava Bork
I primi anni li trascorsero accanto alle mamme , poi a scuola degli anziani che insegnavano loro tutto cio' che dovevano sapere nel loro mondo
La tribu' di Nehala traeva il suo sostentamento dalla pesca e dagli orti che venivano coltivati da tutti
Dalla foresta all'interno, oltre la spiaggia alle spalle del paese e da dove giungeva il fiume che si gettava in mare, la tribu' otteneva frutta e legname ma sempre senza mai spingersi lontano dal paese
Nessuno era mai andato ad esplorare l'interno, almeno non da quando c'era memoria solo gli Shamani si spingevano fino al vulcano per portare le offerte al dio che vi dimorava, affinche non portasse distruzione e morte
Ogni anno dopo riti propiziatori la Shamana intraprendeva il viaggio e ritornava dopo alcuni giorni senza mai dire ne raccontare nulla
Anche quell'anno la madre di Nehala si apprestava a partire
Nehala era molto curiosa, ormai avrva quasi dieci anni e anche se sapeva che era proibito ardeva di curiosita' e desiderava con tutta se stessa di seguire sua madre, non aveva la pazienza di aspettare quando sua madre l'avrebbe ritenuta idonea
Cosi decise di seguirla
Ando' in riva all'oceano e chiamo' il suo compagno Bork, dopo qualche tempo senti' il familiare peensiero di Bork che la invitava a giocare con lui tra le onde
Nehala non se lo fece ripetere e corse tutta contenta
" Bork, gli trasmise, voglio seguire la mamma nel viaggio"
Bork si fermo' e con molta serieta cerco' di dissuaderla " No Nehala non andare e' troppo presto per te e ci sono molti pericoli"
" Ma tu sai quello che c'e' dall' altra parte, non e' giusto" si lamento' Nehala
Bork ci penso' un po' poi disse " Potri portarti, e' un giro lungo ma se ti fa sentire meglio ti ci porto, al levar del sole ti aspetto" giocarono ancora un po', intanto si avvicinavva il crepuscolo e Nehala si affretto' verso casa con un po di molluschi per cena
Nehala era al settimo cielo per la contentezza, saltellava e canticchiava un motivetto allegeo
I compaesani che la incontravano la salutavano con un sorriso tanto spandeva buon umore intorno a se'
Quella notte fatico' non poco ad addormentarsi tanto era agitata
Al levare del sole arrivo' alla spiaggia e Bork gia l'aspettava
Gli umani di quel lontano pianeta che era composto molto piu di distese marine che di terra emersa, avevano la facolta' di respirare sott'acqua quasi come i delfini e cosi Nehala si immerse e nuoto' a fianco di Bork
Intorno a loro si agitava una fitta foresta di alghe sospinta di qua e di la dalle correnti sottomarine e in mezzo alle alghe si rincorrevano pesci di tutti i colori e forme, banchi serrati di piccoli pesci che splendevano di luce emanata dai loro corpi come lontani ammassi di stelle; e sulle rocce coperte di fantastiche costruzioni di svariate tonalita di rosa e viola fluttuavano fiori di tutti i colori
Nei tratti di fondo sabbioso correvano crostacei rossi e bianchi mentre grandi pesci simili ad uccelli fendevano l'acqua con grandi ali
Videro anche un paio di volte, in lontananza i pesci assasini, ma questi non si avvicinarono sapendo di trovarsi davanti a degli antagonisti da non sottovalutare, infatti sia Bork che Nehala, armata del lungo bastone di ossidiana, che le serviva anche per la raccolta dei molluschi di cui si cibava, rappresentavano una squadra temibile, certo di non facile conquista
Ogni tanto emergevano per immettere aria e orientarsi
Per Nehala quella era la prima volta che si allontanava cosi' tanto dalla sua casa, ma con Bork vicino non aveva paura
Arrivarono alla parte opposta dell'isola e Nehala volle salire a riva anche se Bork non era d'accordo
Alla fine Nehala si avventuro' solo per pochi metri sulla spiaggia che era complrtamente diversa dalla spiaggia vicina al suo villaggio; qui la sabbia era nera e grandi rocce nere la delimitavano con alla base aperture da cui fuoriusciva una cupa luce rossa e l'acqua dell'oceano che le colpiva sfrigolava e fumava
All'improvviso un grande clamore riempi' l'aria e un nugilo di frecce colpi' la sabbia a pochi metri da Nehala che con una corsa frenetica si rituffo' in mare immergendosi immediatamente con Bork
Nehala era si' spaventata ma al tempo stesso incuriosita da quello strano episodio
Trasmise a Bork di nascondersi a lato della baia tra le rocce, sempre immersi e vedere chi erano coloro che l'avevano aggredita e al contempo gli chiese se sapeva cosa fossero " Li ho visti altre volte, rispose il delfino, hanno anche imbarcazioni per la pesca, ma penso che siano esseri feroci con i quali e' meglio non avere a che fare"
Intanto Nehala sbirciava a pelo d'acqua nascosta dietro uno scoglio, il drappello di arceri era apparso sulla spiaggia e urlavano gesticolando in direzione del mare
Bork diede una spintarella a Nehala ed entrambi scomparvero sott'acqua
Nuotarono velocemente ritornando da dove erano venuti, non fidandosi a continuare l'esplorazione
Nehala rientro' a casa molto tardi, i suoi fratellini gia' dormivano e la nonna pur guardandola comn aria di rimprovero non profferi' parola
Ormai era quasi adulta, i bambini crescevano molto in fretta su quel lontano mondo, dato che ogni corpo celeste ha un tempo diverso dovuto alla sua rotazione, alla sua massa e dalla sua orbita intorno alla sua stella
Qualche giorno dopo la Shamana fece ritorno al villaggio
Era preoccupata e una ruga aveva inciso la sua bella fronte
Nehala racconto' alla madre della spedizione con Bork e di cio' che avevano scoperto alla spiaggia nera
La mamma l'ascolto' attentamente " Nehala figlia mia, le disse, ora sono convinta che ormai tu sia pronta ad assumerti la responsabilita' di guida della tribu; sei piu giovane di quando anni fa presi il posto di nonna, ma la perfetta intesa che c'e' fra te e il Compagno e questo tuo bisogno di sapere mi hanno convinta a cederti il bastone della Shamana. Ho avuto anche dei segni dalla montagna sacra"
La Shamana chiamo' gli anziani della tribu e li informo'della sua decisione
Inizio' subito per Nahala l'apprendistato e i lunghi digiuni di purificazione; anche Bork fu preparato dal suo popolo ad assumere la responsabilita' del suo ruolo
Passo' il tempo ed arrivo' il giorno della consacrazione di Nehala; era il periodo della fioritura di un grande albero che fioriva una volta sola all'anno e per una notte sola regalando fiori bianchi profumatissimi che appassivano al levar del sole
Quella notte Nehala venne preparata dalle donne della tribu unta con olii rari e sui suoi capelli fu posta una corona di fiori di luna, poi fu portata a braccia da due giovani fino al centro della spiaggia di fronte alla baia con il viso rivolto al mare
La tribu si era tutta radunata dietro di lei in silenzio persino i piccoli non osavano disturbare
Al centro della baia anche il popolo del mare si era radunato in silenzio e Bork stava davanti a loro
Quando le due lune che ornavano il cielo del pianeta furono alla maggiore altezza Nehala inizio' a cantilenare le parole dell'antichissima formula a bassa voce e dalla gente dietro di lei si levo' un canto leggero che si accompagnava al suo salmodiare e al suono del vento che faceva stormire le foglie degli alberi che circondavano la spiaggia e al suono ritmato del frangersi delle onde sulla battigia ed al battere appena percettibile delle pinne dei delfini sull'acqua
Nehala alzo' le braccia verso le lune con i palmi rivolti al cielo e arrovesciando la testa all'indietro si incammino' verso l'acqua entrandovi finche' ne fu sommersa, prese la corona di fiori e la offri' alla delfina piu anziana infilandogliela attorno al collo la quale a sua volta le offri' dei molluschi che mangio' per meta prima di spingerli in bocca a Nehala infine Nehala indietrggio' fino a trovarsi a pochi passi da Bork che nuoto veloce intorno a lei e salto per tre volte alto sopra l'acqua per poi riunirsi al suo popolo e sparire al di la della baia
Sua madre, la Shamana le consegno' il bastone del potere e venne accompagnata alla sua capanna
Essere Shamana non era un compito facile
Nahala doveva curare le persone che si ferivano o si ammalavano, derimere le controversie e leggere nei segni cercando di seguire la strada migliore per la tribu
Ma c'era un ricordo che continuava a presentarsi alla sua mente , il ricordo di coloro che dall'altra parte dell'isola l'avevono assalita sulla nera spiaggia
Ne parlo' con la madre e la nonna una sera quando la capanna era silenziosa mentre i fratellini dormivano
Per un certo tempo dopo che Nahala ebbe finito di parlare ci fu silenzio si udivano solo le foglie stormire nel debole vento che dall'interno correva al mare, poi sua madre disse mentre la ruga tra i suoi occhi si faceva piu profonda " Ascolta figlia mia, da molto tempo sappiamo delle tribu guerriere che popolano l'altro lato dell'isola, quello piu vicino al vulcano, dimora del dio, quando ci sono stata l'ultima volta mi sono resa conto che potrebbero diventare un pericolo anche per noi anche se finora non ci hanno mai attaccato sapendo che il dio del vulcano ci protegge, ma non sono sicura che ci credano ancora. L'ultima esplosione che ha distrutto i loro villaggi risale a molto tempo fa ed in questo periodo puo esser che non temano piu, il vulcano e' tranquillo. Ho invocato il dio chiedendo protezione e ho donato tutte le offerte, pero' i miei sonni sono tormentati da strane visioni" a queste parole la nonna annui con forza e recito i versi dell'invocazione volgendosi nella direzione del vulcano
Mentre anche Nahala e la madre si univano all'invocazione, una idea si fece strada nella mente di Nehala che mando il richiamo al Compagno il quale prontamente le rispose
L'indomani Nehala chiamo' a raccolta l'intero villaggio " Popolo del dio del vulcano d0bboamo imparare a difenderci anche da soli.Ci sono cattivi presagi percio' farete tutti quello che vi chiedero'; il Compagno e' d'accordo e potete vedere il popolo del mare nella baia che ci sosterra' qualora ce ne fosse bisogno
Da quel momento tutti gli abitanti salvo i piccoli e gli anziani sottrassero alcune ore del giorno al lavoro ed iniziarono ad allenarsi con i lunghi coltelli di ossidiana e con gli archi e le frecce che Nehala aveva visto sulla spiaggia nera
Ci fu qualche voce contraria ma nel complesso tutti furono d'accordo, sopratutto dopo aver visto i delfini pattugliare la baia
Anche Nehala si allenava e con il suo coraggio spronava gli altri
Nel contempo mandarono pattuglie intorno al villaggi per non essere sorpresi da eventuali assalti
In un paio di occasioni una pattuglia aveva avvistato gruppetti di individui che si aggiravano nei pressi in modo furtivo
Nehala era sempre piu preoccupata e i sui sogni l'avvertivano che il pericolo si avvicinava
Avevano incominciato a fare la guardia anche di notte
Nehala diede l'ordine di scavare sotto le case dove avrebbero potuto trovare rifugio coloro che non potevano combattere
Era da poco passata la mezza estate quando una mattina all'alba le pattuglie rientrarono precipitosamente " Arrivano!!!! Arrivano!!! dissero tutti concitati
Chiusero le grandi porte e si apprestarono a difendere le loro vite e le loro case
I nemici urlando si precipitarono verso il villaggio tirando nugoli di frecce di cui alcune incendiarie per bruciare la palizzata di legno, ma Nehala aveva fatto infradiciare il legno che non prese fuoco
Risposero prontamente all'attacco falciando i nemici che correvano all'assalto
Intanto in mare dove reano comparse barche che portavano altri guerrieri i delfini le capovolsero tutte
I nemici che si erano aspettati una facile vittoria furono presi alla sprovvista e disorientati presto; si dettero alla fuga lasciando sul terreno chi era caduto
Alle prime luci dell'alba del giorno dopo Nehala guido' fuori dalla porta un gruppetto di giovani " Se troviamo dei feriti li soccoreremo, disse loro, e se c'e' qualche morto lo sepelliremo, ma prima accertiamoci che non ci siano altri nascosti nei dintorni"
Tra i feriti gravi c'era un giovane che attiro' lo sguardo di Nehala,portava un cerchietto d'oro tra i capelli lunghi e neri sporchi di sangue secco dato che cadendo aveva colpito con la testa una pietra e una freccia gli spuntava dalla schiena
Al momento aveva perso conoscenza e la fronte scottava
Nehala si fece aiutare e porto' il giovane nella sua capanna dove con le sue arti di Shamana lo curo' pazientemente
Un paio di giorni dopo il ferito stava gia meglio ed era in grado di mangiare e parlare
Da principio non si capirono dato che parlavano due lingue diverse, ma con l'aiuto di Bork Nehala riusci' a farsi capire e a comprendere cio' che lui diceva
Seppe che era il figlio maggiore del capo di uno dei villaggi
" Mi chiamo Moren, le disse, e ora sono tuo prigioniero" Nehala scosse la testa a queste parole, " Noi non siamo vostri nemici e non vogliamo fare prigionieri, ci sono altri della tua tribu che stiamo curando mentre abbiamo sepellito i vostri morti. Voler sottomettere altre persone, assalire villaggi con l'intento di rubare fare del male a chi non vi ha fatto nulla questo e' un comportamento malvagio e senza onore
Moren era stupito e molto colpito dalle parole di Nehala che lo guardava seria con i suoi limpidi occhi azzurri " Sapevamo da tempo, continuo' Nehala, delle vostre continue liti e guerre senza nessuna altra ragione che il malsano desederio di sopraffarvi l'un l'altro e con il risultato di vivere nella paura di vedere i vosrrti figli prigionieri, feriti o morti"
Moren cercava di difendere il loro modo di vivere, ma il piu delle volte non sapeva come replicare alle argomentazioni di Nehala
Moren era incantato dalla bellezza e dall'intelligenza della giovane Shamana
Cercava di capire il modo di vivere del popolo del dio del vulcano, cosi in sintonia con le leggi naturali e che si comportavano in maniera rispettosa verso la natura e verso tutte le forme di vita, prendendo appena quello che bastava loro per vivere
Erano felici, liberi ,sereni
Moren capiva sempre piu che erano infinitamente piu saggi di loro che bramavano cio che non apparteneva loro e che percio' vivevano male, mai contenti litigiosi e che piu avevano piu volevano mai soddisfatti di nulla
Moren man mano che riaquistava la salute si convinceva sempre piu. Nehala lo guidava in un viaggio interiore in cui scopriva un mondo che non avrebbe mai supposto esistere
Cio che piu lo aveva colpito era il profondo rapporto che Nehala aveva con il Compagno
Quando fu guarito del tutto Nehala propose a Moren di fare il viaggio con Bork fino alla sua tribu per parlare con loro e cosi avrebbe anche potuto riunirsi alla sua famiglia
Il mattino in cui decisero di partire era limpido e l'aria profumata e tiepida
Si immersero e costeggiarono l'isola dalla parte opposta rispetto al primo viaggio di Nehala
Qui il pesaggio sottomarino era diverso e piu variato, c'erano ancora tratti di folte foreste di alghe ma in alcuni punti il fondale sprofondava in bui abissi da dove ogni tanto saliva acqua calda e anche una spettrale luce bluastra dovuta ai pesci che nuotavano in profondita'
Moren era estasiato, mai avrebbe creduto di poter fare un simile viaggio, il suo popolo era si' idoneo come quello di Nehala a poter stare a lungo in immersione, ma nessuno di loro aveva il Compagno
Erano troppo barbari ma questo Moren non lo sapeva
Mangiarono strada facendo raccogliendo i doni del mare
Impiegarono tre giorni e tre notti, ogni tanto i due umani salivano sulle spiagge o sugli scogli laddove era possibile mentre Bork li aspettava in acqua
Alla fine avvistarono la spiaggia nera facente parte del dominio della tribu di Moren salutarono Bork e si avviarono lungo il sentiero che tagliava la foresta
Arrivarono ben presto al villaggio fortificato
Tutto sembrava tranquillo, Moren si fece riconoscere e le sentinelle aprirono le porte
Due senttinelle vollero accompagnarli all'interno della casa del padre di Moren anche se questi protestava che sapeva benissimo dove andare
Moren era furioso e Nehala cominciava ad essere inquieta, c'era qualcosa che non andava; infatti fu spinta senza troppi riguardi nella sala ai piedi della piattaforma di legno rialzata dove sedevano il padre e la madre di Moren il quale inizio' a protestare, ma che fu prontamente zittito da una delle sentinelle che presalo da dietro gli aveva tappato la bocca in una presa ferrea
Nehala fu costretta a mettersi carponi con il viso a terra ," Oh! tu sei la Shamana del popolo del dio del vulcano! Hai commesso un imprudenza stupida ragazza, ora non tornerai mai al tuo villaggio se prima non avremo ottenuto tutto quello che vogliamo" le sputo' addosso il re con voce dura
Nehala strattonava l'uomo che la teneva immobilizzata a terra, ma subito ne arrivo un altro
Moren tentava anche lui di liberarsi ma fu condotto nella sua camera e chiuso dentro, davanti alla porta misero delle sentinelle
Era prigioniero nella sua stessa casa!
Nehala fu trasportata e rinchiusa in una casetta nel centro del villaggio, le fu portato qualcosa da mangiare e chiusa a chiave
Passata la prima rabbia per cio' che stava subendo, Nehala riprese a ragiornare con freddezza
Chiamo' il Compagno e gli chiese di comunicare alla madre esatttamente cosa era successo, cosa che Bork fece non direttamente, ma attraverso il Compqgno di Iralith, la mamma di Nehala, il quale la informo'su quanto stava accadendo
La Shamana si preparo' in tutta fretta, ed intraprese il pellegrinaggio al vulcano, anche sua madre la nonna di Nehala si preparo'
Incaricarono una parente di accudire ai bimbi durante la loro assenza
Appoggiandosi l'una all'altra si incamminarono piu in fretta che poterono e in capo a qualche ora si ritrovarono alle pendici del vulcano
Risalirono il sentiero che portava alla grotta della sorgente. Iralith portava il fagottino con le offerte-invocazioni per il dio dimorante
Arrivate che furono alla grotta accesero un fuoco alimentandolo con lo zolfo e con gli altri vari ingredienti che avevano portato con se' e intanto avevano intonato a bassa voce una nenia ipnotica
Nello stesso momento in tutte le case del loro villaggio si alzava la stessa nenia, mentre nella baia anche i delfini partecipavano all'invocazione e anche Nehala dalla sua prigione innalzava la stessa urgente invocazione sempre a bassa voce
Passarono le ore arrivo' la sera, e quando le due lune del pianeta furono al loro punto piu alto dall'interno del vulcano sali' un brontolio sordo e il suolo prese a tremare
Iralith e sua madre fecero a ritroso la via di casa sempre salmodiando
La terra sotto i loro piedi si scuoteva sempre piu finche' un enorme pennacchio fuoriusci' dalla bocca del vulcano e un getto infuocato si rovescio' dalla parte della spiaggia nera distuggendo tutto quello che incontrava
Intanto anche la tribu di Moren incomincio' a riversarsi nelle strade del villaggio urlando, man mano che la terra nel suo sussultare faceva cadere alberi e case e pali aprendosi in lunghi crepacci da cui saliva fumo bollente e dentro cui cadevano uomini e animali
Moren resosi conto immediatamente della situazione si getto' contro la porta sfondandola, le due guardie erano fuggite terrorizzate
Moren scese i gradini di legno a balzi e si precipito' alla prigione per soccorrere Nehala, nella confusione e nel buio interrotto solo dai bagliori dei primi incendi, riusci' dopo aver forzato la porta ad introdursi nella capanna dove Nehala era rinchiusa
Corsero a perdifiato verso il villaggio di Nehala
Moren conosceva i sentieri nella foresta e facendo un lungo giro seguirono il fiume che portava al mare, alle volte camminando nell'acqua vicino alla riva; arrivarono finalmente alla capanna di Nehala
La collera del vulcano si protrasse per giorni e giorni portando distruzione per kilometri, i villaggi del popolo di Moren furono distrutti, molti perirono; anche il re e la regina furono tra le vittime
I sopravvissuti lentamente si avvicinarono al popolo di Nehala che li accolse nonostante si fossero comportati da nemici, ora erano disperati e sconfitti
Passo' il tempo e la vita riprese il suo corso naturale
I sopravissuti della tribu di Moren si mescolarono alla tribu di Nehala e furono iniziati al contatto con il popolo del mare, che cambio' radicalmente il loro atteggiamento verso le altre creature e verso le altre forme di vita
Impararono l'altruismo e il rispetto verso tutto il creato
Compresero che potevano vivere benissimo senza violenza e senza tutte le cose che credevano fossero indispensabili; anzi erano molto piu felici di quanto fossero mai stati
Moren e Nehala divennero inseparabili
Una sera dopo aver finito il lavoro si incamminarono lungo la spiaggia, arrivarono alla foce del fiume e salirono sulle rocce il sole non era del tutto calato e i meravigliosi colori del tramonto inondavano in un tripudio di oro, rosso, viola,arancione l'acqua, la spiaggia il cielo e le propaggini della foresta mentre una lieve brezza portava il profumo inebriante dei fiori mescolato al profumo del mare
Il viso di Nehala splendeva e i suoi occhi blu brillavano dolci mentre guardava Moren che lentamente la prese tra le braccia
Rimasero cosi' , avvinti seduti sulle rocce, mentre le ultime luci del tramonto scivolavano via e le due lune iniziavano il loro viaggio nel cielo ormai scuro tingendo d' argento il paesaggio mentre l'alta marea inondava la spiaggia, solo allora si riscossero; si presrero per mano e si immersero andando incontro a Bork e agli altri delfini che si affollarono intorno a loro
Nell'incanto della notte il canto dell'unione si propago' attraverso l'oceano in tutto il pianeta che era un unico organismo e che palpito' di gioia
All'alba Nehala e Moren riemersero e si avviarono al villaggio
Iralith li aspettava circondata dalla tribu gia' in festa
I festeggiamenti si protrassero per un paio di giorni con canti e balli e cibo per tutti che venne distribuito sulla spiaggia e ccondiviso con i delfini che facevano salti e capriole nell'acqua della baia giocando con i bambini e i giovani del villaggio.
FINE